{"id":1883,"date":"2023-10-06T12:26:48","date_gmt":"2023-10-06T10:26:48","guid":{"rendered":"https:\/\/multi.leprado.org\/testleprado\/?page_id=1883"},"modified":"2025-03-28T13:55:40","modified_gmt":"2025-03-28T12:55:40","slug":"le-pere-chevrier-fondateur-du-prado","status":"publish","type":"page","link":"https:\/\/leprado.org\/it\/le-pere-chevrier-fondateur-du-prado\/","title":{"rendered":"Padre Chevrier, fondatore del Prado"},"content":{"rendered":"
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Padre Chevrier, fondatore del Prado<\/h1>\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t
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Chi \u00e8 Padre Antoine Chevrier?<\/h2>\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t
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Antoine CHEVRIER nacque nel 1826 nel cuore della citt\u00e0, in una delle tante famiglie venute a Lione per lavorare nell'industria della seta. Fu ordinato sacerdote nel 1850 e inviato come curato a Saint Andr\u00e9, una parrocchia appena creata nel sobborgo di La Guilloti\u00e8re, sull'altra sponda del Rodano, dove era accampato un intero proletariato industriale. Fu felicissimo della nomina e si dedic\u00f2 generosamente al suo ministero.<\/p>

Il periodo che visse fu segnato da episodi di insurrezione (i Canuts nel 1831), dalla caduta della monarchia (nel 1848) e dalla Comune di Lione (1870-71). Fu anche un periodo di ricostruzione per la Chiesa in Francia, che vide la nascita di una vasta gamma di iniziative missionarie: l'educazione dei bambini (le numerose Provvidenze, i Maristi con M. Champanat), le missioni in luoghi lontani (Paolina Jaricot). Antoine CHEVRIER fece parte di questo slancio.<\/p>

In questi tempi turbolenti, e in un quartiere al centro degli eventi, Padre CHEVRIER \u00e8 visto come un uomo che non ha paura del popolo<\/u>anche quando \u00e8 arrabbiato. \u00c8 sempre profondamente toccato dalla sofferenza delle persone e dai loro \"lati positivi\". Crede nelle persone e nell'amore di Dio per loro.<\/p>\t\t\t\t\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t

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I poveri hanno diritto al Vangelo, a tutto il Vangelo.<\/h3>\nAma cos\u00ec tanto i poveri e ama cos\u00ec tanto Cristo e il suo Vangelo, che \u00e8 costantemente spinto dalla convinzione che \"... i poveri sono le persone pi\u00f9 importanti del mondo...\".\u00a0i poveri hanno diritto al Vangelo, all'intero Vangelo<\/u>\" . Per questo dedica tanto tempo a contemplare le tante ricchezze contenute nel Vangelo, a comunicarle e a renderle accessibili alla gente di La Guilloti\u00e8re.\n\nEgli crede che i giovani, che iniziano a lavorare a 8 anni <\/u>nelle vetrerie, nelle fabbriche di vetriolo e in altre fabbriche di Lione, che si trovavano a 12 o 15 anni senza saper leggere e senza aver fatto il catechismo, erano capaci di provare una grande gioia nel conoscere Cristo. E lo dimostr\u00f2 con tutti coloro che si recavano a Prado in quel periodo.\n\nVoleva formare apostoli poveri per i poveri, e in particolare sacerdoti.<\/u>. A questo si dedic\u00f2 in povert\u00e0, accettando molte sofferenze e donandosi completamente, ogni giorno.\n\nTrae il necessario impulso dalla contemplazione di Cristo<\/u>una manifestazione dell'amore di Dio per l'umanit\u00e0. Nel corso della sua vita da mangiatore, egli vi trascorrer\u00e0 un tempo considerevole.\n\n\u00c8 questo spirito che voleva lasciare <\/u>la famiglia Prado<\/b><\/a>. Ed \u00e8 per questo che sacerdoti, suore e laici sono ancora oggi impegnati nella Famiglia Prado, in oltre cinquanta Paesi, tra i poveri del mondo del 2000 e le correnti tumultuose che li scuotono.\n

Una vita spirituale<\/h3>\nPadre Antoine Chevrier non ha mai smesso di trasmettere agli altri la sua preoccupazione di far conoscere Ges\u00f9 Cristo ai poveri. Perch\u00e9 lo faceva?\n

Catturati da Cristo<\/h4>\nVigilia di Natale 1856, <\/u>si verific\u00f2 un evento che avrebbe lasciato un segno definitivo nella sua vita. Lo chiam\u00f2 la sua conversione: meditando a lungo sull'evento di Betlemme, si sent\u00ec fortemente chiamato\".\u00a0seguire pi\u00f9 da vicino Cristo per lavorare pi\u00f9 efficacemente per la salvezza dell'umanit\u00e0\".<\/em> come lui stesso ha raccontato a diversi testimoni. Era una luce e una chiamata di Dio che sarebbe rimasta attiva nella sua vita fino ai suoi ultimi istanti. Contemplando la nascita umana del Figlio di Dio nella povert\u00e0, scopr\u00ec che non era sufficiente amare appassionatamente le persone e cercare di alleviare la loro miseria. Se voleva evangelizzarle, doveva ascoltare Cristo e fare come lui, condividere la vita dei poveri e diventare povero come loro.\n

Racconto della sua conversione Natale 1856 :<\/h4>\t\t\t\t\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t
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\n\t\t\t\t\"\u00c8 a Saint-Andr\u00e9 che \u00e8 nato Prado. \u00c8 stato meditando la notte di Natale sulla povert\u00e0 di Nostro Signore e sul suo abbassamento tra gli uomini che ho deciso di lasciare tutto e di vivere il pi\u00f9 poveramente possibile\" (P 2, p. 7).\n\"\u00c8 stato il mistero dell'Incarnazione a convertirmi\" (P 2, p. 97). \"Fu questo mistero che mi port\u00f2 a chiedere a Dio la povert\u00e0 e l'umilt\u00e0 e che mi fece lasciare il ministero per praticare la santa povert\u00e0 di Nostro Signore\" (Lettera, 1865). \"La mia vita era d'ora in poi fissata\" (P 1, p. 47).\n\" Mi sono detto: il Figlio di Dio \u00e8 sceso sulla terra per salvare gli uomini e convertire i peccatori. Eppure cosa vediamo? Quanti peccatori ci sono nel mondo! Gli uomini continuano a dannarsi. Cos\u00ec ho deciso di seguire pi\u00f9 da vicino Nostro Signore Ges\u00f9 Cristo, per rendermi pi\u00f9 capace di lavorare efficacemente per la salvezza delle anime, e il mio desiderio \u00e8 che anche voi seguiate Nostro Signore da vicino.<\/b> \" (P 2, pag. 98).\t\t\t<\/p>\n\t\t\t\t\t<\/blockquote>\n\t\t\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t

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Discepolo e apostolo di Ges\u00f9<\/h2>\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t
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\"Quanto \u00e8 bello Ges\u00f9 Cristo!
<\/span>Nel corso di questa vita molto intensa, trov\u00f2 i mezzi per dedicare una notevole quantit\u00e0 di tempo al Vangelo, al fine di contemplare Ges\u00f9 Cristo, cercare il suo spirito e seguirlo da vicino come un vero discepolo. Si preoccupava in particolare di comprendere e imitare la sua povert\u00e0 e il suo amore per i poveri.<\/p>

L'approccio didattico originale di padre Chevrier si basava sull'attrazione per Ges\u00f9 Cristo, la sua bellezza e la sua grandezza. Perch\u00e9 \" conoscere Ges\u00f9 Cristo \u00e8 tutto<\/strong> \"Non ha avuto paura di elencare, sulla base dei Vangeli e di San Paolo, le ragioni che il discepolo ha per preferirlo agli \"altri\". Poi ha chiesto: \"Tutto questo \u00e8 molto bello, ma lo capiamo tutti? Risposta: \"Ci vuole una grazia speciale per capirlo\". Nuova domanda: \"Sentite nascere in voi questa grazia? E ha concluso: \"Se sentiamo questo soffio divino dentro di noi, se intravediamo una piccola luce, se sentiamo anche una minima attrazione verso Ges\u00f9 Cristo, ah! coltiviamo questa attrazione, facciamola crescere attraverso la preghiera, l'oraison, lo studio, perch\u00e9 cresca e porti frutto\".<\/p>

Formazione dei discepoli
<\/span>Poi ricerca instancabilmente proprio il modo in cui Nostro Signore aveva \"curato la formazione interiore dei suoi apostoli\": \"Li istruiva incessantemente, li rimproverava in ogni momento, li metteva a tutto, li formava in tutto\". Li istruiva incessantemente, li rimproverava ad ogni momento, li metteva a tutto, li formava a tutto\". \u00c8 nel primo collegio apostolico in via di formazione che Chevrier \u00e8 andato a trovare il suo famoso \"metodo per formare le persone e dar loro vita interiore\": <\/span>Insegnare, prendere in mano la situazione <\/em>e <\/span>mettere in azione, portare a termine le cose<\/em>Questa \u00e8 la vita, la linfa vitale e il mezzo per comunicarla...\".<\/span><\/p>

Fare il catechismo
<\/b><\/span><\/span>Egli ha sistematizzato questo \"metodo\" in una delle sue famose trilogie, esponendo il \"\u00a0lo scopo di ogni istruzione e catechismo<\/strong>\u00a0\"Si tratta di illuminare intelligenza<\/strong> attraverso la conoscenza, per toccare la cuore<\/strong> dall'amore e di determinare la volont\u00e0<\/strong> agire. Fede, amore e azione<\/strong>Questi sono i tre effetti che dobbiamo cercare di produrre in ogni istruzione\". (P\u00e8re Chevrier VD, 118-119; 222, 451).<\/p>

Possiamo notare che i suoi metodi di insegnamento erano radicati nello studio di Ges\u00f9 Cristo nel Vangelo. Nel suo desiderio di far conoscere Ges\u00f9 Cristo ai pi\u00f9 piccoli, padre Chevrier incoraggiava i giovani che si univano a lui a \"fare il loro catechismo\": lo studio del Vangelo avrebbe permesso loro di conoscere meglio Ges\u00f9 Cristo, i suoi pensieri e le sue azioni, per poterli trasmettere nella vita del catechista e diventare capaci di trasmetterlo attraverso le parole e l'atteggiamento.<\/p>

Preti poveri per i poveri<\/b>
<\/b><\/span><\/span>Cerc\u00f2 di trovare sacerdoti disposti a vivere in povert\u00e0 tra questa gente povera, per condividere con loro il Vangelo con parole accessibili e atteggiamenti genuini. Ma incontr\u00f2 molte difficolt\u00e0: alcuni sacerdoti non ottennero il permesso di venire, altri non erano in grado di adattarsi. Decise quindi di formare lui stesso i giovani al sacerdozio<\/u>.<\/p>

Nel 1865<\/u> inizi\u00f2 a riunire alcuni giovani al Prado per dare loro una formazione accademica e apostolica in mezzo ai ragazzi del Prado. Se volevano continuare, li inviava al Seminario diocesano, dove avrebbe continuato a seguirli, scrivendo loro spesso e visitandoli. Li invitava a trascorrere le vacanze al Prado, affinch\u00e9 non prendessero le abitudini dei \"preti borghesi\". Voleva riportarli nel mondo della classe operaia e permettere loro di approfondire la scoperta di Cristo e del Vangelo nella loro vita.<\/p>

\"Dobbiamo formare una vera famiglia spirituale tra di noi\".<\/span>,\u00a0<\/span>Per saperne di pi\u00f9<\/b>.<\/a><\/p>

Coinvolse in quest'opera anche i giovani lavoratori e le collaboratrici domestiche. A coloro che erano adatti a questa missione, diede un'educazione evangelica e propose una vita dedicata a Cristo e ai poveri. Una di loro, Marie Boisson, divent\u00f2 la prima Sorella del Prado<\/a>. Alcuni dei giovani che lavoravano con lui sono rimasti laici, altri sono entrati nella comunit\u00e0 delle suore del Prado, e dei 4 seminaristi che padre Chevrier ha formato, due sono rimasti con lui dopo la sua morte. Nonostante le difficolt\u00e0, diceva:<\/p>

\"Quando due anime, illuminate dallo Spirito Santo, ascoltano la Parola di Dio e la comprendono, si forma in queste due anime un'unione di spirito molto intima, di cui Dio \u00e8 il principio e il nodo. Questo \u00e8 il vero legame della religione, il vero legame dell'anima e del cuore\" (VD 151).<\/p>

Il dipinto di San Fons<\/span>
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Gli piace andare nella pace e nella tranquillit\u00e0 di una povera casetta a Saint-Fons, pochi chilometri a sud di Lione, per \"mettere olio nella lampada\", come dice lui!<\/p>

Padre Chevrier ha scritto molto. Circa 20.000 pagine... Qui : il pi\u00f9 originale di tutti i manoscritti di padre Chevrier<\/strong>. Si tratta di un manoscritto a grandezza naturale, unico nel suo genere!<\/p>

In questa piccola casetta agricola, che il sindaco di St Fons (il signor Motard) aveva lasciato a sua disposizione, Padre Chevrier stesso veniva regolarmente a ritirarsi per \"mettere l'olio nella sua lampada\".<\/p>

Poi ha iniziato a \"dipingere\" queste pareti nell'agosto 1866<\/strong>sotto gli occhi di 12 giovani che stavano pensando di diventare sacerdoti e che lui aveva portato l\u00ec per predicare un ritiro a loro. l'atto ecclesiale costitutivo dell'associazione dei sacerdoti di Prado<\/strong> e la formazione di \"sacerdoti secondo il Vangelo\" avviata da Antoine Chevrier.<\/p>

Finalmente \"\u00a0la sintesi\" di tutta la sua spiritualit\u00e0<\/strong> (va dritto al punto, e soprattutto alla conseguenze esistenziali<\/u> della sua spiritualit\u00e0: P. Chevrier \u00e8 uno spiritualista pratico!)<\/p>

Un testo di Philippe Brunel<\/b>.<\/p>\t\t\t\t\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t

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In effetti, padre Chevrier parlava molto spesso di \".\u00a0queste tre stazioni\" nei suoi scritti e nelle sue lettere, anche a persone laiche<\/strong>. (cfr. il lavoro di suor Maryl\u00e8ne, che ha trovato questo trittico nelle lettere e negli scritti di Antoine Chevrier). Inoltre, aveva gi\u00e0 consegnato, sulla carta, praticamente lo stesso trittico ai giovani che intendevano consacrare tutta la loro vita diventando frati o suore, sulla scia di padre Chevrier.<\/p>

In diversi suoi scritti, Antoine Chevrier dice a tutti che queste tre stazioni dovrebbero diventare in qualche modo come le tre \"stimmate\" che dovrebbero segnare tutta la loro vita, per \"seguire pi\u00f9 da vicino Ges\u00f9 Cristo\". Non \u00e8 del tutto originale: questo trittico di culla, croce e tabernacolo \u00e8 abbastanza tradizionale nella Chiesa.<\/p>

Tuttavia, il dipinto di St Fons porta una particolare ricchezza<\/strong>. Infatti, nei suoi scritti, padre Chevrier parla di queste tre stazioni in un ordine spesso lineare: branda - croce - tabernacolo (o carit\u00e0).<\/p>

Questo aspetto era tutt'altro che irrilevante: padre Chevrier insisteva per la meta, il fine, che \u00e8 la carit\u00e0 eucaristica<\/u>. Egli parla del \"grado pi\u00f9 alto\" in relazione al tabernacolo\/carit\u00e0\/ostilit\u00e0: \".\u00a0diventare pane buono<\/em>\u00a0\". Cos\u00ec le altre due stazioni, il lettino (= povert\u00e0) e la croce (= morire a se stessi), sono in un certo senso le vie che Ges\u00f9 Cristo ha intrapreso e che vuole darci come esempio<\/strong>affinch\u00e9 noi stessi possiamo accedere a una \"vita eucaristica\" totalmente donata.<\/p>

Ma il senso del quadro di St. Fons \u00e8 quello di presentarsi come un \"trittico 3D<\/strong>In effetti, siamo in un certo senso \"fisicamente integrati\" nel quadro di San Fons. \u00c8 un po' come un palcoscenico, dove siamo invitati a entrare noi stessi. Non ci troviamo pi\u00f9 all'esterno, come di fronte a un foglio di carta o a una presentazione teorica che ci mostra le tre stazioni in modo lineare: culla - croce - tabernacolo.<\/p>

Qui, il \"quadro\" di San Fons non \u00e8 solo un quadro, ma uno \"spazio\", un volume. In questo spazio, padre Chevrier ha concretamente messo in scena tre simboli fisici:<\/p>

  1. a alimentatore<\/u> <\/strong>in cui ha deposto un bellissimo Ges\u00f9 Bambino sulla paglia;<\/li>
  2. a bellissimo crocifisso<\/u><\/strong> che fiss\u00f2 al centro dell'altra parete, proprio di fronte alla branda.<\/li>
  3. al centro, il porta stretta<\/u><\/strong> che si affaccia su di noi e d\u00e0 accesso al piccolo oratorio, dove si trova il tabernacolo.<\/li><\/ol>

    Alla fine, questo spazio \u00e8 la profondit\u00e0 e lo spazio della vita di un vero discepolo, della vita cristiana, della vita di un sacerdote secondo il Vangelo. Perch\u00e9 qui siamo personalmente e fisicamente posti al centro, all'interno di un insieme di tre pannelli che comunicano e dialogano tra loro. E questo cambia tutto!<\/p>\t\t\t\t\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t

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    Idealmente, direi che il quadro di San Fons non \u00e8 solo da guardare e da \"calcolare\", ma \u00e8 da \"attraversare\", cio\u00e8 da mettere in relazione con la nostra esistenza, da \"sperimentare\". Anche se possiamo trascorrere lunghi momenti di meditazione davanti a questo trittico, non si tratta di stare fermi davanti al quadro. Si tratta di abitarlo, di muoversi attraverso di esso, tra la culla e la croce, fino a passare la porta stretta della carit\u00e0. L'obiettivo \u00e8 chiaramente quello di arrivare fino al tabernacolo dell'amore totale di Cristo, che continua a donarsi con noi all'umanit\u00e0.<\/p>

    Siamo quindi collocati fisicamente e spiritualmente al centro delle tre stazioni. E secondo me, ci\u00f2 che d\u00e0 movimento a tutto questo \u00e8 proprio ci\u00f2 che si impone per primo, ci\u00f2 che ci sta di fronte; \u00e8 la porta stretta della carit\u00e0! Anzi, in un certo senso, \u00e8 la porta stretta che ci chiama a varcarla; \u00e8 la porta che ci mette in movimento, perch\u00e9 il tabernacolo non \u00e8 visibile, si trova in un retrobottega (un po' come i santuari orientali, che sono dietro l'iconostasi): per raggiungerlo, bisogna camminare tra il lettino e la croce...<\/p>

    A mio parere, per entrare nel significato pi\u00f9 profondo di questo trittico pradosiano, dobbiamo iniziare a considerare la<\/strong> pannello centrale dell'ente di beneficenza<\/strong>In altre parole, la parola \"dare\". In effetti, se osserviamo attentamente il dipinto nel suo complesso, vediamo che \u00e8 interamente organizzato attorno a questo verbo \"DARE\": lo troviamo scritto da Antoine Chevrier cinque volte (di cui tre nel pannello centrale).<\/p>

    \u00a0<\/p>

    Inoltre, la citazione \" EXEMPLUM DEDI VOBIS<\/em>\u00a0\"si trovano su tutti e tre i lati del dipinto:\"\u00a0\u00e8 un esempio che ti ho dato dato<\/u><\/strong>\u00a0<\/em>\" !\u00a0<\/p>

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    \n\t\t\t\t\"Avere lo Spirito di Dio \u00e8 tutto!\".<\/b>
    \n\"Lo Spirito di Dio \u00e8 unico: \u00e8 lo stesso ovunque:\n\u00c8 sulla terra come nella Santissima Trinit\u00e0:\nopera allo stesso modo e la sua azione \u00e8 sempre quella di unire le anime a Dio,\ncome nella Trinit\u00e0, per unire le tre persone divine in un unico Dio.

    \n\nLo Spirito Santo \u00e8 sulla terra: lavora nelle anime e le porta a Dio:\nLe anima, le santifica, le eleva e d\u00e0 loro tutte le stesse aspirazioni di amore, fede e carit\u00e0, nella misura in cui ne sono capaci.\ndi amore, di fede e di carit\u00e0, nella misura in cui ne sono capaci\ndi unirli intimamente a Dio,\nattraverso lui e il Figlio divino\". (1)\t\t\t<\/p>\n\t\t\t\t\t<\/blockquote>\n\t\t\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t<\/div>\n\t\t\t\t

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    (1) Antoine Chevrier, Manoscritto \"Preparazione dell'incarnazione\", 1871 o 1872 - Testo integrale in Y. Musset, Le Christ du P\u00e8re Chevrier, Paris, Descl\u00e9e, 2000, p. 54-57<\/i><\/span>
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    \u00a0<\/p>

    \u00a0<\/i><\/span>Vedi anche<\/span>
    <\/i><\/span><\/p>

    Opere :<\/u><\/h4>